Decreto continuità sostegno

E’ stato pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge, di cui si discute da diversi giorni, che comprende anche varie misure sul sostegno.

Adesso ha anche un numero: DL 71 del 31 maggio 2024 – continuità sostegno

Disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilita’, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di universita’ e ricerca.
 

Rilevante per l’inclusione scolastica in particolare il Capo II – Disposizioni urgenti in materia di sostegno didattico agli alunni con disabilità:

  • Art. 6: Potenziamento dei percorsi di specializzazione per le attivita’ di sostegno didattico agli alunni con disabilita’
  • Art. 7: Percorsi di specializzazione per le attivita’ di sostegno didattico agli alunni con disabilita’ per i possessori di titolo conseguito all’estero, in attesa di riconoscimento
  • Art. 8: Misure finalizzate a garantire la continuita’ dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno

L’articolo 8 che riconosce, in certi casi, la possibilità di chiedere conferma degli insegnanti di sostegno a tempo determinato e modifica il comma 3 dell’art. 14 del Dlgs 66/17:

Art. 8
Misure finalizzate a garantire la continuita’ dei docenti a tempo  determinato su posto di sostegno 
1. Al fine di garantire i diritti degli studenti con disabilita’ e favorire la serenita’ della relazione educativa tra studenti con disabilita’ e docenti, all’articolo 14 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 66, il comma 3 e’ sostituito dai seguenti: «3. Al fine di agevolare la continuita’ educativa e didattica di cui al comma 1, nel caso di richiesta da parte della famiglia, e valutato, da parte del dirigente scolastico, l’interesse del discente, nell’ambito dell’attribuzione degli incarichi a tempo determinato di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della legge 3 maggio 1999, n. 124, al docente in possesso del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni disabili puo’ essere proposta la conferma, con precedenza assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato, sul medesimo posto di sostegno assegnatogli nel precedente anno scolastico, fermi restando la disponibilita’ del posto, il preventivo svolgimento delle operazioni relative al personale a tempo indeterminato e l’accertamento del diritto alla nomina nel contingente dei posti disponibili da parte del docente interessato. 
3-bis. La procedura di cui al comma 3 si applica, altresi’, alle seguenti categorie di personale docente:  a) docenti privi del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni disabili che siano inseriti nelle graduatorie di sostegno adottate in applicazione dell’articolo 4, comma 6-bis, della legge 3 maggio 1999, n. 124, avendo svolto tre annualita’ di insegnamento su posto di sostegno nel relativo grado, valutate ai sensi dell’articolo 11, comma 14, della medesima legge;  b) docenti privi del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni disabili che abbiano svolto servizio su posto di sostegno in quanto individuati sulla base della migliore collocazione di fascia con il relativo miglior punteggio nelle graduatorie di cui all’articolo 1, comma 605, lettera c), della legge 27 dicembre 2006, n. 296, o nelle graduatorie di cui all’articolo 4, comma 6-bis, della legge 3 maggio 1999, n. 124.». 

2. Per l’applicazione delle misure di cui al presente articolo, il regolamento di cui all’articolo 4, comma 5, della legge 3 maggio 1999, n. 124, e’ adeguato alle disposizioni di cui al comma 1.

Terminologia corretta da usare per gli alunni con disabilità

In ottemperanza al Decreto 62 /24, ecco le termilogie esatte da usare:

a) Alunno/a in condizione di disabilità;
b) Alunno/a con disabilità;
c) Alunno/a con necessità di sostegno elevato o molto elevato;
d) Alunno/a con necessità di sostegno intensivo.

Dalla quale scaturiscono le seguenti combinazioni:

a + c1) = Alunno/a in condizione di disabilità, con necessità di sostegno elevato;

a + c2) = Alunno/a in condizione di disabilità, con necessità di sostegno molto elevato;

a + d) = Alunno/a in condizione di disabilità, con necessità di sostegno intensivo;

b + c1) = Alunno/a con disabilità, bisognevole di sostegno elevato;

b + c2) = Alunno/a con disabilità, bisognevole di sostegno molto elevato;

b + d) = Alunno/a con disabilità, bisognevole di sostegno intensivo.

Su una verifica di uno studente con disgrafia, si valuta come errore una o più parole parola incomprendibili?

La disgrafia è, come tutti i dsa, una caratteristica “nascosta” che può essere scambiata per disinteresse e sciatteria.

Per fare un esempio, un docente di scienze motorie segnalerebbe ad un alunno paraplegico l’incapacità di fare le scale con perizia ed agilità? Non credo.

Tornando al quesito: L’insegnante dovrebbe segnare le parole non leggibili  per farle notare allo studente, in un’ottica di possibile miglioramento, ma non deve assolutamente far influire questa problematica sulla valutazione, ma anzi deve trovare una possibile soluzione al problema, che può essere l’uso del PC durante le veriche.

 

La penna cancellabile sempre usata dallo studente, è ammmessa agli esami?

All’esame si devono rispettare delle procedure formali che nelle verifiche in corso d’anno possono essere ignorate e non sempre quello che è stato scritto nel PDP si può applicare.

Le prove d’esame sono documenti che vanno conservati e hanno valore legale, esattametne come non si può scrivere un contratto o un testamento con una penna cancellabile, non si può fare con un compito d’esame che potrebbe essere successivamente modificato  per favorire o sfavorire un candidato.

Molti diranno che queste cose non succedono, ma la regola vale lo stesso.

Se fosse l’esame di un concorso pubblico sarebbe fuori discussione.

Una soluzione al problema sarebbe far usare allo studente un PC così che possa correggere ogni volta che vuole, ma alla consegna il documento verrà stampato e non sarà più possibile una modifica.

Oppure si può far usare la penna cancellabile allo studente poi alla consegna fotocopiare la prova in modo da avere una copia non modificabile conforme all’originale, per eliminare ogni timore di manomissione.

Ma il dirigente e il deve accettare questa modalità.

A un’alunno è stato certificato un DSA a poche settimane dalla fine della scuola, la scuola è tenuta a redigere il PDP in ogni caso?

Secondo l’ Accordo Stato-Regioni del 2012  la prima certificazione “ “La diagnosi di DSA deve essere prodotta in tempo utile
per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste, quindi, di norma, non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in
ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato. Fa eccezione la prima certificazione diagnostica, che è prodotta al momento della sua formulazione, indipendentemente dal periodo dell’anno in cui ciò avviene
(art. 1 c. 3).

L’alunno, pertanto, va considerato da subito alunno con DSA e si applica per lui la L. 170, anche se non è stato ancora approvato il PDP.
 
Nessuna norma dice entro quanto tempo va redatto il PDP in caso di certificazioni sopraggiunte.
Considerando valida la scadenza massima del trimestre, che troviamo nelle Linee Guida a  pag 8, se una certificazione viene consegnata a scuola dopo metà marzo si arriverebbe alla fine dell’anno e il PDP potrebbe quindi non  essere redatto.
 
Ricordiamo però che quella del trimestre è una scadenza massima, che considera anche il tempo necessario all’inizio dell’anno per conoscere un nuovo alunno che in questi casi esso dovrebbe essere già ben noto ai suoi insegnanti.
 
Ribadiamo però che la L. 170 va applicata anche se non c’è ancora il PDP, le strategie e le tutele personalizzate saranno definite con meno precisione, ma non possono mancare.

Sito di Supporto allo studio per Bambini e Ragazzi con BES